Sulla cronaca regionale tiene banco ormai da giorni la storia di MP, e, come molti miei amici e conoscenti, faccio fatica a pensare ad altro. Al solito, le versioni dei vari giornali e telegiornali non coincidono fra loro, e le poche notizie che abbiamo da fonti dirette (il paese è piccolo, la gente mormora anzi parla) dicono cose diverse ancora. E cose ancora diverse dicono i ricordi e le impressioni che ciascuno di noi ha avuto in questi anni, nelle più varie circostanze: incontri casuali, esperienze di lavoro insieme, chiacchiere a casa di amici comuni.
Certo, nessuno si conosce mai fino in fondo; e a volte le esperienze più interessanti sono molto vicine a situazioni che possono trasformarsi in pericolo.. ma non succede, e ne usciamo emozionati e arricchiti. Ma forse eravamo su un piano inclinato, e solo per un fortunato gioco di equilibri ne siamo usciti tutti interi.. sarebbe potuta andare diversamente?
Così mi ripeto che certo, strano Michele è strano. Sempre pensato. Ma se uno è normale, mica fa di mestiere il raccontatore di favole, no? Anche questo l’ho sempre pensato, e quante persone strane conosco? Nei laboratori teatrali, nelle associazioni di volontariato, nei mestieri creativi che te lo chiedono per contratto e nei mestieri routinari che ti ci fanno diventare, quanti tipi di pazzie più o meno leggere ho incontrato, compresa la mia?
Non voglio giustificare niente, sia chiaro, niente di quanto sia successo: anzi, a pensarci mi spavento, perché su questo piano inclinato a volte basta poco per scivolare via via più giù.
Poi ci sono cose che razionalmente mi fanno arrabbiare. Ad esempio, che i carabinieri, con una denuncia in mano per violenza sessuale (su un maggiorenne) a carico di MP, quando hanno saputo che c’era un bambino in affido temporaneo abbiano fatto un mese e oltre di appostamenti, raccogliendo, a quanto sembra, ore di video di dubbia interpretazione (se erano coccole, non significano niente; se erano molestie, il bambino le ha subite per settimane) per arrivare al finale-clou, irruzione con arresto e passaggio in prima pagina. Mica pensato che fosse meglio segnalare subito la cosa ai servizi sociali, per interrompere immediatamente l’affido in attesa dell’esito delle indagini sulla prima denuncia, e sottrarre il bambino a qualunque possibile trauma? Ma, certo, così le prime pagine mica arrivavano..
O il gergo buropsicologico delle addette ai servizi sociali, che nascondono il proprio imbarazzo dietro formule preconfezionate: “nel pieno rispetto delle procedure”, “la pedofilia è un agìto, non individuabile a priori”, “in possesso dei necessari requisiti esperienziali”… Avessero detto “queste cose è difficile capirle prima, noi abbiamo fatto tutte le verifiche e i colloqui necessari, e questa persona lavorava da anni con i bambini…” Ecco, detta così mi sarebbe suonata più umana.