Se non ora, quando? Anche sempre
Sono anni che non vado in piazza a manifestare, e sono anche anni che mi tengo lontana dallo stanco rito dell’otto marzo, e mi impegno piuttosto per affermare il valore e la dignità delle donne in ogni gesto quotidiano – lavorare, parlare in pubblico, essere un certo tipo di madre.
Ma domani andrò anch’io: la misura è colma, e, per quanto poco possa servire, essere in tante e in tanti a dirlo qualche differenza la fa.
Conosco fior di donne in gamba, che lavorano seriamente, che creano sapere e ricchezza: sono stufa di vedere sui giornali e in tv solo veline svestite, giudicate per la misura delle loro tette e per la furbizia con cui la danno via.
Conosco uomini che collaborano alla pari con le donne, che sul lavoro le considerano in base al merito, e nella vita cercano compagne, non bambole di gomma: sono stufa di sentire battute stantìe (venite a investire in Italia che ci sono le belle segretarie, signorina si cerchi un marito ricco lei che è così carina), da parte di chi dovrebbe essere il primo ad aiutare il paese a crescere bene.
Il puritanesimo è l’ultimo dei miei problemi: personalmente, ritengo che fra adulti consenzienti tutto sia lecito, e non sarei contraria alla prostituzione legalizzata e tassata.
Ma non accetto che far la puttana sia diventato lo sbocco professionale “normale” e “consigliato” per le donne, quasi non fossimo capaci di fare altro. Se avessi una figlia, anche bellissima, le insegnerei ben altro; ho un figlio, e cerco ogni giorno di crescerlo con un’idea di donna che merita rispetto e si fa rispettare.
Qualcuno dirà che la penso così perché non sono abbastanza figa da vendermi: sono stanca anche di queste battute idiote, e tanto.
Domani vado in piazza anch’io, e non finisce certo qui.
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Ci vado anche io… e di corsa anche!
Concordo fino alle virgole, l’unica cosa che non potrei scrivere sarebbe “un certo tipo di madre” poiché madre non sono. Ma sono stata educatrice, e anzi dentro lo si rimane sempre a prescindere dalla professione. Quindi sostituirei quel “madre” con “educatrice”, o anche semplicemente con “donna”.
Ergo: ora. E sempre. Amen.
Impossibile non condividere tanto buon senso espresso con garbo ancorché con indignazione, senza eccessi o sessismo.
Non è puritanesimo ma la naturale ricerca di una dignità alla quale pare che sia “uomini” che “donne” abbiano di recente abdicato in nome di un ben diverso modo di interagire che vuole divenire normalità.
Il mondo deve tornare ad essere di chi s’impegna e rispetta, di chi è onesto e non tende al sopruso, di chi rivaluta la persona e non la plastica che la contiene, come i detersivi.