alebegoli

pensieri, letture, allegrie e sconforti di una che fa le cose con passione

conversazioni post-creative

Cara Alessandra,

sono XXXXXXX di YYYYYYY,
nei mesi scorsi ci siamo dedicati assieme a CNA di Forlì-Cesena e Ravenna al progetto Romagna Creative District, promuovendo tra creativi e aziende l’idea di conoscersi e collaborare per provare ad affrontare meglio i mercati in questo periodo oggettivamente complesso.

Hai aderito (ne hai parlato anche nell’intervista sul coworking, citata anche sul tuo blog) e partecipato alla sessione “Riflessioni a voce alta”.

Mi sorprende e dispiace ora, grazie agli strumenti di Brand reputation online 3.0, scoprire che ne hai ricavato l’impressione di:
“un’accozzaglia senza capo né coda”,
sottoscrivendo un commento di una Paola e aggiungendo di tuo:
“la stessa impressione che ha fatto a me il Romagna Creative District che c’è stato qualche settimana fa dalle nostre parti. Per non parlare dell’organizzazione, ehm, più creativa che organizzata.”

Sono parole tue da una *conversazione* online di 2 settimane fa…

Tra l’altro ricordo che avevi iniziato a fare commenti acidini su FB fin dall’ingresso l’8 maggio, lamentandoti per la coda e proseguendo poi con la critica al catering (peraltro di prim’ordine), per non parlare della tua tendenza all’abbiocco…

Il progetto RCD sta procedendo e abbiamo ricevuto commenti -positivi e critici- che ci stanno aiutando a correggere le mancanze di una organizzazione che, per la prima edizione dell’incontro, è stata totalmente basata sul volontariato e gestita da persone che solitamente fanno altro.
Un po’ di confusione all’ingresso ci stava, sono arrivate molte più persone di quante se ne attendevano, segno dell’interesse che viene dal territorio.

Mi (ci) sarebbe piaciuto che anziché criticare in giro per rete e social network (che se ne hai un po’ di esperienza, sai che poi le cose lì rimangono in eterno e che sono tracciabili), ne avessi parlato/scritto a noi per contribuire attivamente e sicuramente a migliorare la qualità dell’iniziativa.

È così che si riesce a fare andare bene le cose, a mugugnare *al bar* davanti allo spritzino-salatini-olive son bravi tutti, a rinunciarci qualche volta (all’aperitivo) per dire chiaramente le proprie opinioni e impegnarsi di persona mica in tanti, mi sa.

Se hai altre cose da comunicarci e consigli preziosi, qui sotto ci sono i miei contatti, altrimenti mi trovi in giro per la rete, ci conterei.

Post-it: ho messo in copia un po’ di persone cointeressate al progetto RCD, spero non ti spiaccia troppo.

Caro XXXXX,

se il Romagna Creative District deve essere una serie di giornate similfieristiche all’insegna del motto “quanto siamo belli e creativi”, beh, buona fortuna, ma io non sono molto interessata.

Il mio contributo a un “distretto creativo” preferisco darlo proponendo progetti di formazione e crescita che usino al meglio le opportunità della rete. Se questi progetti incontreranno interesse, bene, e se partiranno, cercherò di contribuirvi al meglio.

In ogni caso, quali che siano i commenti online e offline, l’unica risposta valida in genere è “fare meglio la prossima volta”, non attaccarsi a frasi qua e là. Apprezza piuttosto che io abbia parlato di voi in un’intervista a D-Repubblica, e magari che grazie a me la senior director di eBay Europa vi abbia sentiti nominare, non si sa mai che.

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8 pensieri su “conversazioni post-creative

  1. arrivo a te da un post di Luca Sartoni e sono assolutamente allibito !

    spettacolare l’arroganza di qusti qui del distretto creativo, ed anche la loro assoluta incapacità di conversare in rete …

    mi sembra di riascoltare il vecchio (e stupido) adagio, “se ti sei trovato bene dillo a tutti, se invece ti sei trovato male dillo solo a noi”

    ma grazie a dio i tempi sono cambiati, e spazzeranno via questi trogloditi della comunicazione !

    🙂

  2. @Michele, anche a me è venuta in mente la stessa frase 🙂 la vedevo da piccola, su orribili quadretti di ceramica appesi dietro alla cassa..

    Il fatto è che – purtroppo o per fortuna – non basta avere in mano un report di “brand reputation”, poi i pareri delle persone bisogna anche gestirli.

    Fossi stata dall’altra parte, avrei scritto (solo alla diretta interessata) un email più o meno strutturato così: “carisssima, ho trovato in rete alcuni tuoi commenti non proprio positivi sul nostro evento, e mi interessa capire direttamente cosa ne pensi. Mi sono un po’ stupito del tono, anche considerando il fatto che tu avevi partecipato in vari modi alla promozione dell’evento, e anche all’evento stesso. Possiamo parlarne?”.

    Invece, già la linea difensiva “eh quante critiche, in fondo era un evento organizzato da persone che non l’avevano mai fatto prima!” mi pare discutibile (per come la intendo io, creatività non è improvvisazione e sicuramente improvvisazione non è dilettantismo). In più, un attacco a gamba tesa e in conoscenza a un monte di gente, con il tono di “giù la maschera, serpe in seno, come ti permetti di criticarci? ora ti sputtano con tutti” mi sembra imbarazzante più per chi l’ha lanciato che per me.

    Io sono consapevole di essere assolutamente “googlabile”, non sono acriticamente entusiasta di ogni aspetto della trasparenza online, ma, nel bilancio complessivo, credo che i vantaggi superino di molto gli inconvenienti. Soprattutto se si mette insieme una “cassetta degli attrezzi psicologici” per gestire in modo utile la conversazione 🙂

  3. Pingback: Strumenti di Brand reputation online 3.0 | Luca Sartoni

  4. Arrivo anch’io via Luca.
    Mettiamola così… siamo ancora in un momento di passaggio. C’è un sacco di gente che ha capito che lo scmabio di informazioni in rete è fondamentale… ma ancora fatica a capire che in rete è fondamentale anche la trasparenza e l’onesta.
    Prima bisogna fare tutto bene per poi affrontare la rete sereni.
    E se nonostante questo ci sono stati errori è d’obbligo ammetterli, scusarsi e cercare di far meglio al prossimo giro…

  5. @parolesparse hai ragione. “pacatamente, serenamente”, si evita che da un sassolino (un commento magari esagerato nei toni) si generi una valanga (che poi fa più rumore delle cose che sono andate bene). 🙂

  6. Ale,
    secondo me non si sono comportati “male”. Il loro approccio mostra in qualche modo una scarsa abitudine agli “strumenti 3.0”, come li chiamano loro, ma tutto sommato poteva andare peggio.
    Sull’evento in sè, ovviamente, non mi esprimo perchè non lo conosco.
    Cheers,

  7. @Simone io non voglio dare patenti di conformità 2.0 o 3.0, solo ritengo che understatement e un pizzico di autoironia siano sempre consigliabili. Soprattutto quando si organizza qualcosa, che l’unanimità di consensi è difficile e forse nemmeno auspicabile 🙂

  8. Mackley in ha detto:

    L’intera vicenda sviluppatasi mi conferma il “pre-giudizio” che mi ero fatto prima dell’evento… quando ricevetti l’invito e visitai il sito Web con countdown.

    Mi sembra di ricordare che un grande maestro (questo sì veramente creativo) osservava che la creatività è sorella gemella separata alla nascita della umiltà, e purtroppo a volte in certi individui non si incontrano mai, per tutta la vita !

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