perplessità prenatalizia no.2
Antefatto no.1
Un paio di mesi fà, all’assemblea dei genitori della scuola materna, ho accettato di entrare nel Comitato Genitori, organismo su base volontaria che dovrebbe affiancare il gruppo delle maestre e contribuire in vari modi all’attività della scuola.
Alla prima – e finora unica – riunione del Comitato, ci è stato distribuito un elenco dei nostri nomi, con a fianco di ciascuno il numero di cellulare.
Ho subito fatto notare che mi sembrava il caso di raccogliere e distribuire anche gli indirizzi di posta elettronica, almeno di quelli che la usano, così da poterci contattare più velocemente e a minor costo, e distribuire informazioni e materiali vari.
Una maestra si è un po’ risentita, e mi ha detto che loro certo leggono anche la posta elettronica (“tutti i giorni!”), ma poi hanno tante altre cose da fare, che se devono anche pensare a scriverci.. io ho fatto gentilmente notare che magari poi si risparmiano il tempo e la carta dei bigliettini fotocopiati che ci lasciano in classe la mattina. Comunque, le altre hanno approvato, e anche gli altri genitori sono stati d’accordo su questa idea così innovativa (sic).
Visto che, quando faccio una proposta, poi non me ne lavo le mani, ho fatto subito girare il foglio dei nomi, chiedendo che ciascuno scrivesse il suo indirizzo email, ovviamente se ne aveva uno.
Il giorno dopo, ho copiato pazientemente tutti i nomi in un foglio elettronico, e ho aggiunto a fianco di ciascuno le colonne del telefono e dell’email; poi ho redistribuito il foglio a tutti gli indirizzi email che avevo, compreso quello della scuola materna.
Antefatto no.2
Per Natale, a tutti i bambini (cioè, alle famiglie di tutti i bambini) è stato chiesto di portare 2 euro in un salvadanaio in classe, per il tradizionale regalo “di beneficienza”. L’anno scorso con la somma raccolta era stato acquistato un televisore per il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Ravenna; quest’anno, al Comitato, si era discusso di quale potesse essere la destinazione, senza trovare un accordo preciso.
Proprio qualche giorno fa, fuori dalla scuola, io e qualche altra madre del Comitato ci chiedevamo cosa si fosse poi deciso, visto che il Natale è quasi arrivato; una delle altre mamme ha detto che avrebbe chiesto alle maestre.
Sconcertante epilogo
Stamattina, quando ho portato Guido a scuola, una delle due maestre mi ha chiamata, dicendomi che aveva bisogno di dirmi una cosa. Mi sono fermata, e lei mi ha chiesto se per favore, visto che avevo gli indirizzi email di tutti i genitori del Comitato, potevo scrivergli che cosa era stato deciso riguardo al regalo di Natale, ovvero l’acquisto di una cyclette per la casa protetta di XXXX.
Le ho detto che l’avrei fatto volentieri, ma comunque io non avevo gli indirizzi email di tutti i genitori del Comitato, semplicemente perché alcuni, non usando la posta elettronica, non me l’avevano dato; in ogni caso, avrei scritto senz’altro agli altri.
Sono arrivata in ufficio, e qui sono stata travolta dal milione di cose da fare di ogni giorno; così, all’una, mentre tornavo in sede da una riunione, mi è tornato in mente che dovevo mandare il messaggio, ma, accidenti, mi ero del tutto dimenticata il nome della casa di riposo.
Dopo pranzo, ho chiamato all’asilo; per un paio di volte mi ha risposto il fischio del fax.
Allora, ho scritto un messaggio di posta elettronica alla scuola materna, e, per scrupolo, ho allegato di nuovo il foglio degli indirizzi, tanto per cercare di suggerire che forse avrebbero potuto loro stesse mandare il messaggio.
Dopo un quarto d’ora, mi squilla il cellulare: è l’altra maestra di Guido.
M. “Ciao, Alessandra, ho letto il tuo email; ti posso dettare il messaggio da mandare ai genitori?”.
A. “Va bene, <nome della maestra>, tieni però presente che io non ho l’email di tutti, perché alcuni non me l’hanno dato.”
M. “Ah.”
A. “Sì, avrai visto il foglio che vi ho mandato, di alcuni abbiamo solo il numero di telefono, perché magari non usano la posta, o non c’erano alla riunione”.
M. “Ah, come faccio a vederlo, scusa?”
A. (in sottofondo, fruscio di lieve giramento di coglioni) “Apri l’allegato al mio messaggio, che poi è lo stesso che vi avevo mandato due mesi fa; a fianco dei nomi, c’è una colonna per i telefoni, e una per le email. I telefoni ci sono per tutti, l’email solo per alcuni”.
M. “Ah, e gli altri li puoi avvisare tu comunque per telefono?”
A. “Beh, veramente, <nome della maestra>, mi parrebbe più corretto che li avvisaste voi, non per altro, ma io da qui a Natale non è che non c’ho un cazzo da fare sono imbullonata di lavoro, sai.”
M. “Beh certo. Ok, facciamo così allora, tu mandi l’email, posso dettarti? ”
A. “Ah, fa pure. Scrivo”
M. “Per sensibilizzare i nostri bambini e bambine ad approfondire e vivere più concretamente il messaggio di solidarietà del Natale,…”
Così, nella mente delle maestre della scuola, pare che io sia diventata una sorta di disponibile segretaria, a supplenza della loro incapacità di usare la posta elettronica.
Ho mandato l’email a tutti i genitori, e poi ne ho mandato un secondo, solo all’indirizzo della scuola, per suggerire che magari le prossime comunicazioni al Comitato sarebbe meglio se le mandassero da sole.
Il mio livello di “sentimento natalizio”, con questa giornata, è definitivamente sceso sottozero.
Allucinante…
mi vedo gia’ il commento di anna… 🙂
e mi trattengo, perché i miei commenti a voce sono piuttosto coloriti…
Perchè, avevi un “sentimento natalizio” prima? 🙂
Hai ragione, Elena. La mia scorta personale di “atmosfera natalizia” già a inizio dicembre inizia ad essere erosa dalla visione dei Babbi Natale penzolanti dai terrazzi (quest’anno, per fortuna, ce n’è un po’ meno che in passato). Per tutto Dicembre faccio i conti su come chiuderemo, che mi sembro l’imitazione di Tremonti fatta da Guzzanti, e anche questo logora un po’. Iniziano ad arrivare i biglietti di Natale, quest’anno stiamo stilando la classifica dei più orridi e di cattivo gusto, ed è una bella gara ti assicuro. Le rispettive famiglie rompono i cosiddetti ogni giorno per pianificare i pranzi di Natale e Santo Stefano. Arriva l’herpes di dicembre. Poi ci sono gli scazzi di fine anno coi creativi grafici di chi sai tu, che ci fan perdere tempo a seguire le loro menate perché i biglietti animati di Natale devono brillare con una certa frequenza, mi raccomando (e qui ricito la mia minitesi preferita, “gli artisti della pubblicità, che tornino all’arte). Insomma, già stamattina (e siamo al 18 dicembre) io mi sentivo acida come un limone vecchio. Questa delle maestre mi ha definitivamente messa a tappeto, e sto sfanculando a destra e a manca che nemmeno in SPM. Domattina vado dalla parrucchiera, e vedo se mi passa.
ciao alessandra,
potrei scrivere un libro di questi aneddoti maestrofili ferme all’era degli anni 80, con una chiusura mentale e a volte un rinsecchimento umano da paura ma mi trattengo.
l’ultima è di ieri sera sono riuscita a sbraitare alla recita in teatro perchè non avevamo posti a sedere per vedere nostro figlio..
chettedevo di?
comunque te lo avrei sconsigliato di partecipare a qualunque forma di consiglio genitori che da’ apparentemente voce ai genitori, in realta’ o ti sfruttano come segretaria,raccogli-offerte o nella migliore delle ipotesi non vieni considerato!
buon Natale e che passi in fretta
ciao Anna
Guarda Anna, raccogliere soldi passi, cercare contatti passi, riparare giocattoli passi. Ma che io mi debba mettere a fare la segretaria della scuola perché loro non sanno aprire un allegato, questa proprio no.
Oltretutto, di questa scuola mi avevano parlato come di una delle migliori di Ravenna, “organizzano tante cose, le maestre sono bravissime”, e via andare, tanto che, nell’elenco delle priorità di scelta, l’avevo messa per prima nonostante non fosse proprio la più vicina a casa nostra. Visto l’impatto, sto rimpiangendo di non aver messo prima le due più vicine a casa, almeno mi sarei risparmiata un po’ di strada ogni mattina. Come sempre, la soddisfazione percepita dipende dalla differenza fra le aspettative e l’esperienza, e, a fronte di aspettative alte, la delusione è piuttosto cocente.
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