guerrilla marketing d’antan
L’ultimo post di [mini]marketing mi ha fatto tornare in mente una vecchia campagna di Greenpeace contro la ripresa dei test nucleari da parte del governo cinese, una roba del 1996. Noi militanti venimmo sguinzagliati in giro, armati di Polaroid (e qui i giovinetti rideranno, ma sì, nel ’96 ancora non c’era Flickr, le foto si facevano solo con la pellicola, i cellulari erano grossi e telefonavano solamente… robe che a raccontarle ai nostri figli, non ci crederanno mai).
Insomma, con ‘sta Polaroid ci portavamo dietro un cartello, su cui c’era scritta una frase tipo “stop al nucleare cinese”; chiedevamo alle persone di farsi fotografare, pagandoci pure (tipo cinquecento lire.. sì, ancora le lire…), e poi ci tenevamo le Polaroid; ogni tanto, quando se ne era raccolto un pacco, le spedivamo a Roma a Greenpeace nazionale.
Alla fine della campagna, un manipolo di eroi avrebbe tentato un blitz a Pechino, con un tappeto fatto con le foto, una specie di muraglia cinese di facce che dicevano “stop al nucleare cinese”.
Sinceramente, non mi ricordo se ci riuscirono o meno; io però mi divertii moltissimo a raccogliere le foto, e nel mentre mi convinsi che veramente l’ingegnere mi stava corteggiando, perché mai altrimenti si sarebbe fatto fotografare per una causa del genere?
Insomma, oggi è tutto molto più facile e veloce, cosa che apprezzo sinceramente, ma il guerrilla marketing non è poi così giovane 😉
Gli anni che passano hanno anche dei vantaggi… sennò che gusto ci sarebbe? 😉