sbrigati babbo natale, che magari si calmano
Sabato mattina, frigo vuoto, urge passaggio alla Coop. All’entrata, mi attardo un secondo per cercare nel portafoglio la tessera che mi serve per il salvatempo. Una settacinquenne dietro di me mi apostrofa “signora, allora, si vuole muovere???”. Mi volto, e, spostandomi, le faccio notare che, se ha così fretta, lì a fianco c’è l’altro tornello da cui passare; si mette a urlare “ma sono discorsi da fare??”. Mi trattengo a stento dall’aggredirla, e soffoco dentro di me l’urlo “checazzohaifretta vecchiaimbecille, che non saprai come far sera, e invece di far la spesa frasettimana vieni ad affollare il sabato”. Ma mi controllo.
Cinque minuti dopo, incrocio un’altra più o meno ottantenne che apostrofa il figlio, un quarantenne dall’aria spenta “ti ho visto, che stavi guardando quella negra! piantala, sai!!”.
Lì a fianco, un’altra, con un melone in mano, chiede patetica alla commessa “ma è buono? perché sa, devo fare una macedonia…” e quella, imbarazzata, le risponde “sa, ne abbiamo venduti tanti, nessuno si è venuto a lamentare, ma non è che si può promettere…”. Signora mia, si renda conto: un melone a dicembre, come potrà mai essere secondo lei? Quelli che l’hanno preso, si vergogneranno a protestare, anzi dovrebbero vergognarsi di averlo preso…
Fuori, il livello di aggressività nei parcheggi e agli incroci è al massimo. E io devo ancora comprare quattro regali. Per fortuna, le commesse, le cassiere e il macellaio della Coop San Biagio sono angeli.